L’essenziale è invisibile agli occhi.
Ma non sempre, non per forza. La mia formazione da chimico mi farebbe dire piuttosto
L’essenziale è invisibile. Punto.
Che ci piaccia o no, le molecole non le vediamo. Possiamo vedere il loro effetto sul mondo e risalire a come si comportano, ma non le vediamo. Possiamo adottare dei sofisticati metodi di microscopia o spettroscopia per osservarne e ricostruirne la struttura, ma comunque non le stiamo vedendo. Quella parte della radiazione elettromagnetica che chiamiamo “luce visibile” e che ci permette di vedere non può, per sua natura, farci vedere gli atomi. Sono troppo piccoli.
Il fatto è che lei vede, ma non osserva; qui sta la differenza
Se volete, per gli atomi che compongono le molecole è il contrario. Noi li osserviamo, ma non li vediamo[1].
A volte invece, l’essenziale è invisibile agli occhi, ma con il giusto impegno e i giusti strumenti possiamo vederlo. Benvenuti nel mondo dei microbiologi. Dobbiamo arrenderci all’evidenza: il mondo è dei microrganismi. Questi esserini minuscoli popolano la Terra da molto prima di noi e la popoleranno molto più a lungo di noi. Alcune specie riescono a sopravvivere in ambienti assurdamente inospitali e altre vivono comodamente sopra e dentro di noi. Non si vedono, ma sono importantissimi. Spesso si dice che le persone più influenti al mondo non si mettono in mostra e non cercano spazio sotto ai riflettori. Si crede che chi davvero detiene il potere preferisca lavorare nell’ombra. Non so quanto ci sia di vero. La cosa certa è che i microrganismi, senza essere visti, dominano il mondo.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore…
…ma soprattutto dalla testa. Facciamo davvero molta fatica a tenere in considerazione quello che non vediamo. Per ragionare in termini microscopici (e submicroscopici) serve un notevole lavoro di immaginazione. Potremmo dire che richiede uno sforzo cognitivo, e la psicologia ci insegna che quando è possibile tendiamo a evitare queste fatiche mentali. È una cosa naturalissima. Istintivamente e preferenzialmente si tende a ricorrere a scorciatoie che semplificano il problema, le euristiche, e sugli ormai celeberrimi pregiudizi, i bias. In sostanza, se non si è abituati a ragionare in termini microscopici, è facile cadere preda a ipersemplificazioni ed errori dozzinali. Nel mondo della chimica, che padroneggio meglio, una delle euristiche più diffuse è la natural-is-better, che ci porta a credere che ciò che percepiamo come naturale sia migliore di ciò che percepiamo come sintetico. Il marketing ci sguazza in questa euristica. Eppure, chi è abituato a ragionare in termini di atomi e molecole si rende subito conto che non c’è alcuna differenza tra una molecola di origine naturale o sintetica. Sono sempre gli stessi atomi legati nello stesso modo. Il mondo della microbiologia non è da meno. Non siamo abituati a pensare in termini di microrganismi (e della loro incredibile diversità!) e questo ci frega.
Non tutto è perduto, per fortuna. Già è importante riconoscere che queste dinamiche esistono e che ne siamo facile preda. La consapevolezza è il primo passo. Quando sappiamo che l’invisibile è un terreno scivoloso possiamo farci più attenzione. E poi possiamo allenarci; possiamo imparare a pensare in termini microscopici. Pian piano, un passo alla volta. Avere una buona guida aiuta molto. Chi meglio di Alessandro? Preparato, rigoroso e che sa comunicare (cosa non scontata). Ha scelto, andando controcorrente, di aprire un blog. Mi sembra già un ottimo presupposto. Buona lettura e buon viaggio nell’invisibile.
[1] Beninteso, ci sono macromolecole che possiamo osservare a occhio nudo. Quello che vediamo è però la loro manifestazione macroscopica, non la loro struttura microscopica.