Come eliminare definitivamente le muffe

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Effetto bandwagon

Il bias del carrozzone, o effetto bandwagonè uno dei tanti bias esistenti, in particolare esprime il concetto di persone che fanno alcune azioni o credono ad alcuni concetti solamente perché la maggior parte delle persone fa o crede in quelle stesse cose. 

Ci sono moltissime leggende sulla formazione e l’eliminazione di muffa dalle superfici, tutte si perdono nella notte dei tempi. La cosa più incredibile sono le spiegazioni che vengono date per giustificare queste credenze e le persone che, seguendo le varie filosofie antifungine, alla fine, perdendo completamente la speranza, scelgono la convivenza con le muffe. Tra le false credenze ricordo l’errata convinzione che un condizionatore o un deumidificatore basti ad eliminare il problema delle muffe. Importante ricordare che l’uso di questi dispositivi in ambienti infestati può contribuire ad aumentare il problema trasformando i vostri impianti in veri e propri serbatoi distributori di spore. L’effetto bandwagon è un altro microbias.

Le muffe

Le muffe sono organismi pluricellulari, appartenenti al regno dei funghi, capaci di ricoprire intere superfici, animali o vegetali, sotto forma di spugnosi miceli. Tutte le specie di muffe, da quelle con proprietà patogene a quelle con proprietà allergiche e così via, possiedono la particolarità di riprodursi per sporogenesi, ossia attraverso la produzione di spore. Le spore sono strutture molto resistenti e difficili da eliminare con i classici disinfettanti. 

Le spore

Le spore fungine vengono trasportate dal vento anche a grandi distanze e, facendo parte del particolato atmosferico inalabile dall’uomo, sono in grado di raggiungere le vie respiratorie profonde, causando, analogamente ai pollini, gli spiacevoli sintomi dell’allergia, inoltre le muffe sembrano interagire con il sistema immunitario umano portando a delle disregolazioni capaci di esacerbare alcune patologie già esistenti . Sono strutture di resistenza biologicamente adatte a durare nel tempo e a non essere facilmente aggredibili dagli agenti esterni. Sbarazzarsi delle muffe non è cosa semplice proprio per le loro caratteristiche e per inciso, se non andrete ad eliminare le cause che innescano il processo di crescita, anche se ucciderete ogni singola cellula funginea le muffe si ripresenteranno in quanto le spore, essendo nell’aria, germineranno appena troveranno un ambiente ideale. 

Cosa piace alle muffe?

Gli ambienti ideali per le muffe sono ambienti poco arieggiati e umidi, quindi se avete problemi di umidità vanno necessariamente risolti, così come quelli inerenti all’areazione delle pareti e per questo vi rimando a specialisti esperti nel settore che meglio sapranno aiutarvi nella risoluzione del problema suggerendovi sistemi di aerazione o opere di altro genere.

Quali disinfettanti?

Ci sono moltissimi prodotti in commercio adatti allo scopo. L’efficacia dell’ipoclorito di sodio, ad esempio, è nota da tempo, tuttavia potrebbe essere complicato raggiungere la muffa in profondità su alcuni materiali e alcune spore potrebbero non essere uccise non risolvendo microscopicamente il problema che si ripresenterebbe macroscopicamente dopo poco tempo. Conoscendo queste caratteristiche si comprende il fatto che una sanificazione da muffa su superficie liscia sia molto più semplice rispetto alla pulizia di una superficie porosa. Ovviamente stiamo parlando di piccole superfici, se il problema si presentasse su intere pareti o superfici troppo grandi il mio consiglio è quello di investire i vostri soldi nel chiamare una ditta specializzata.

Proteggiamoci

Andiamo però con ordine, prima di trattare la superficie ammuffita dobbiamo pensare a proteggere le nostre vie aeree dalla muffa e le nostre mani dal prodotto che stiamo utilizzando, esempio prodotti a base di ipoclorito di sodio. Leggete sempre l’etichetta del prodotto per essere sicuri di utilizzarlo in sicurezza e nelle modalità opportune al vostro scopo. Oltre ai guanti il mio consiglio è di operare indossando correttamente una FFP3 la quale vi proteggerà dall’inalazione delle spore e del particolato microbiologico prodotto.

Passiamo all’azione

Detto questo, passate il vostro prodotto sulla muffa e con una spazzola, andate a grattarla via, se necessario potreste grattare più del dovuto fino ad arrivare in profondità. Fin qui probabilmente avete semplicemente ripetuto un’azione già fatta altre volte. Ora, se dopo questa sanificazione, passati dei giorni, vi si riproponesse il problema, possono essere successe tre cose: non avete eliminato tutta la muffa, non siete stati in grado di eliminare tutte le spore, avete eliminato tutto ma non le condizioni che portano alla formazione della muffa. Io sto per darvi la soluzione alla seconda ipotesi. Per quanto riguarda la prima ipotesi è materiale dipendente, facciamo un esempio di un armadio in legno, eliminare la muffa con prodotti a base di ipoclorito di sodio potrebbe essere complicato per via della porosità del materiale e a quel punto vi suggerirei di far intervenire un’azienda qualificata che agirà tramite processi di fumigazione. Delle criticità legate alla terza ipotesi abbiamo già parlato, anche qui più che dirvi di risolvere i problemi di umidità e di aerazione non posso fare.

Le spore superstiti

La seconda ipotesi non è banale, ovvero la vostra sanificazione ha eliminato la parte vegetativa della muffa, e magari molte spore, lasciandone però illesa qualcuna che potrebbe germinare dopo qualche giorno riiniziando il processo di contaminazione. C’è una soluzione che potrebbe funzionare, per me ha funzionato e pure per moltissime persone che mi seguono su Instagram, ovvero quella di prendere in prestito i tempi della tindalizzazione (sottolineo il fatto che da questo processo prenderemo in prestito solo i tempi).

Imitiamo la tindalizzazione

La tindalizzazione è una tipologia di sterilizzazione in cui il riscaldamento viene applicato in modo discontinuo a temperature di 60-100 °C per 30 minuti. A un primo trattamento termico che uccide le forme vegetative, viene fatto seguire un periodo di incubazione di 24 ore che favorisce la germinazione delle spore. Il materiale così trattato viene riportato alla temperatura di 60-100 °C per 30 minuti al fine di uccidere le cellule vegetative originatesi dalla germinazione delle spore. 

In conclusione

Quindi, imitando i tempi della tindalizzazione, noi procederemo con la sanificazione tramite prodotti a base di ipoclorito di sodio, o con qualsivoglia disinfettante, ma ripeteremo il primo trattamento ogni 48 ore per 2 o 3 volte. In questo caso diminuiranno sensibilmente le probabilità che qualche spora rimanga viva. Sottolineo nuovamente che dalla tindalizzazione prenderemo in prestito solamente i tempi, NON dovrete assolutamente, in nessun modo, applicare alte temperature alla zona trattata, ma solamente agire con i soliti prodotti. L’alternanza dei procedimenti servirà quindi a dar tempo alle spore superstiti di germinare.

Fonti:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27986496/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34830149/

https://www.who.int/publications/i/item/9789289041683

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16159635/

15 thoughts on “Come eliminare definitivamente le muffe

  1. Andrea says:

    Io mi sono trovato molto bene usando acqua ossigenata a 40 volumi, pulisce in maniera duratura e soprattutto non lascia l’odore fastidioso e persistente dell’ipoclorito.

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    1. Alessandro Mustazzolu says:

      Qualche dato a riguardo esiste ma non solido come per l’ipoclorito di sodio. Salgono comunque le variabili dipendenti dal tipo di muffa e dal prodotto (acqua ossigenata) che con il tempo tende a deteriorarsi.

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  2. Greeneyes89 says:

    Buongiornoo sappi che sto spammando i tuoi articoli dappertutto!! Cmq io ho avuto un probl importante di muffa qualche mese fa la causa era un infiltrazione di acqua per la perdita di un tubo dal vicino, il pittore mi ha fin scavato e rimosso l’intonaco dalle pareti per debellare la muffa… Io gli ho proposto una ffp3 ho sigillato la camera dall’odore che c’era di tutti i prodotti che ha usato oltre a dover staccare l’intonaco , ma lui ha detto sono abituato mi arrangio.La prima bonifica l’ha fatta mio Marito ne ha fatte 2-3 poi il pittore oltre a bonificare staccare l’intonaco ha messo la pittura antimuffa, la causa del tubo rotto è stata risolta 🤔🤔🤔 io sono sopravissuta con il purificatore filtri hepa in casa la camera sará rimasta chiusa qualche mese, visto che prima di fare sto lavoraccio bisognava aspettare che i muri si asciugassero la parte peggiore era la camera soggiorno cucina antibagno poca roba … oltre 5000€ di danni.

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  3. Macro says:

    Articolo molto utile. Mi sbaglio o sarebbero consigliati anche occhiali protettivi? Inoltre sarebbe utile pulire le superfici circostanti da eventuali spore?

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    1. Alessandro Mustazzolu says:

      Interessante osservazione. Gli occhiali non sono una cattiva idea, tuttavia bisogna pensarla in maniera più generica. Come spiego nel video dedicato al FIT test https://youtu.be/CT55zYGENAA in moltissimi indossano male una ffp2, figuriamoci una FFP3. Portare degli occhiali di protezione, chiusi ai lati, con un filtrante facciale indossato male significherebbe avere gli occhiali appannati e toccarsi di continuo la faccia. Diciamo che non sono una priorità rispetto alla protezione delle vie aeree. Per quanto riguarda le superfici circostanti, utile dedicarcisi.

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  4. Maria says:

    Trovo molto utile questo contenuto . A breve sperimenteremo questa tecnica. Grazie

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  5. Adriana says:

    Tuttavia il discorso : “non ti preoccupare non sono infettivo perché ho preso freddo” oppure “è stata l’aria condizionata” ecco proprio no, rispettate persone fragili e neonati perché sì, siete infettivi !

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  6. Daniela Sabatino says:

    Buongiorno, la tindalizzazione si fa col vaporetto?

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  7. Silvia says:

    Se si volesse fare in casa il composto invece di comprare prodotti appositi, secondo quali proporzioni si deve diluire l’ipoclorito di sodio in acqua?

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      1. Silvia says:

        Mi scusi, non ho capito la risposta… Non è possibile fare la soluzione in casa con acqua e candeggina?

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